Non sono stati conservati tantissimi manoscritti di William Gell dedicati a Pompei, ma ci sono da evidenziare i volumi conservati all’Institiut National d’Istoire de l’Art (INHA) di Parigi. Si tratta di una raccolta di disegni, dichiarazioni e note non firmati che gli sono stati attribuiti. La prima raccolta intitolata “Pompei pubblicata nel 1819” corrisponde alle tavole incise in Pompeiana, the topography, edifices and ornaments of Pompeii del 1817-1819. Il secondo, riportato come “Pompei non pubblicata”, è rimasto quasi completamente inedito e rappresenta i monumenti rivelati dalle nuove pubblicazioni fatte sul sito fino al 1831. Alcuni di questi disegni sono riprodotti nel Pompeiana del 1832. Non si conosce la storia per la quale queste raccolte siano conservate negli archivi dell’INHA e rimane difficile da rintracciare. Si può tuttavia supporre che questi documenti siano stati acquisiti precedentemente alla Prima Guerra mondiale. Probabilmente conservati inizialmente da Richard Kappel Craven (1779-1851), a cui Gell, come abbiamo già ricordato, aveva lasciato i suoi averi. Le collezioni qualsi sicuramente rimasero a Napoli per molti anni, almeno fino all’inizio del Ventesimo secolo, e probabilmente sono state portate in Francia dall’illuminato Jacques Doucet, stilista e collezionista, che potrebbe averle acquisite da uno dei suoi intermediari in Italia. I volumi contengono 362 disegni, realizzati con inchiostro o grafite, per lo più acquerellati. Si tratta di disegni provenienti da almeno tre quaderni di schizzi che William Gell ha smontato o ritagliato e incollato in entrambe le raccolte. Attraverso viste prospettiche e schizzi con appunti, viene riprodotto in dettaglio le giornate di studio di Gell. Le tecniche di costruzione e gli oggetti di uso quotidiano occupano un posto di primo piano. Infine, gli ornamenti e soprattutto i dipinti sono oggetto di molte tavole particolarmente accurate. Tra queste ci sono rappresentazioni di scene erotiche spesso realizzate nel retro delle tavole.Oltre a quello di Parigi sono conservati altri tre taccuini di Gell su Pompei, ad Oxford, al Getty Center di Los Angeles e al MANN di Napoli. Lo straordinario taccuino di Napoli è composto da appunti in gran parte destinati al progetto, di cui abbiamo parlato in precedenza, della terza pubblicazione di Pompeana, anche se in esso ci sono note riguardanti anche altri siti campani. Si tratta di un quaderno scritto tra il 1829 e il 1835, ricco di disegni e piante. La maggior parte di questi sono a china ed acquerello, corredati da fitte annotazioni. Fu scritto per descrivere prevalentemente le abitazioni private, soprattutto quelle appena scavate, e i dettagli degli oggetti che in esse furono rinvenuti. Sovente Gell ritornava nei luoghi già trattati nella prima edizione di Pompeiana per studiarne meglio gli ornamenti, che spesso disegnava isolandoli dal contesto. In tutte le case che visita, Gell, inserisce la pianta, collocando quasi sempre al suo interno gli oggetti che vi appartenevano. Il taccuino è conservato ad oggi presso la Biblioteca del Mann, il museo Archeologico Nazionale, ed è oggetto di nuovi studi.
Non ancora disponibile
Non ancora disponibile
Non ancora disponibile